sabato 3 dicembre 2011

Rapporto degli anziani col farmaco e decalogo per il loro corretto uso

Rapporto degli anziani col farmaco



L'età cronologica è oggi un indicatore assai poco preciso dell'invecchiamento biologico: invecchiare infatti non è più, come in passato, sinonimo di decadimento. A volte, anzi, è vero l'esatto contrario e la vecchiaia può essere una stagione felice della vita, in cui, ad esempio, l'allontanamento dal mondo del lavoro concede una nuova libertà di pensiero e di azione.


Il modo in cui una persona invecchia dipende da diversi fattori, fra cui il corredo genetico, le abitudini di vita, il livello culturale ed economico (la povertà è indubbiamente una delle cause maggiori della cattiva salute), un adeguato sostegno familiare e sociale o, all'estremo opposto, l'isolamento.
In questo contesto qual è il ruolo dei farmaci?
Nel rapporto con i farmaci è facile trovare negli anziani due atteggiamenti opposti. Vi sono quelli totalmente ''farmacodipendenti'', che tendono a regolare con le medicine anche le più normali attività fisiologiche del loro organismo: una pillola per normalizzare le funzioni intestinali, un flaconcino per aiutare la memoria, le gocce per dormire e, all'occasione, per calmarsi quando si è un po' agitati e così via. All'estremo opposto, ci sono quelli altrettanto strenuamente ''contrari ai farmaci'', quelli che pensano che i farmaci fanno più male che bene, che dimezzano regolarmente i dosaggi o evitano del tutto di seguire le terapie prescritte, soprattutto se la malattia da curare non arreca disturbi apparenti.
Come sempre, c'è una via di mezzo: assumere i farmaci nel modo corretto e solo quando sono veramente necessari. I farmaci possono infatti curare le malattie, alleviarne i sintomi e prevenire le complicazioni. In questo senso migliorano la qualità della vita e la prolungano. A tutt'oggi, invece nonostante ricorrenti quanto ingiustificati entusiasmi (come è stato in passato per il Gerovital o, più recentemente, per l'ormone della crescita, la melatonina e il DHEA), non esistono farmaci in grado di ritardare l'invecchiamento.

I problemi connessi al trattamento farmacologico di una persona anziana sono numerosi e spesso si sommano l'uno all'altro, complicando il quadro generale.



I farmaci
Spesso, con l'età, aumentano i problemi di salute e nuovi malanni si sommano ad altri. Al rialzo della pressione arteriosa si aggiunge l'artrosi; in un paziente diabetico possono subentrare problemi cardiaci o difficoltà respiratorie. Gli anziani, in genere, consumano più farmaci perché hanno più problemi contemporaneamente e in molti casi si tratta di malattie croniche che richiedono trattamenti continuativi. Aumentando il numero di farmaci assunti, aumenta anche il rischio che compaiano effetti negativi legati alla terapia.
Con l'età inoltre può diventare più difficile seguire scrupolosamente le istruzioni ricevute e possono aumentare gli errori nell'assunzione dei medicinali. Quanti più farmaci si assumono, tanto più aumenta la probabilità di sbagliare. La perdita della memoria, l'indebolimento della vista e la scarsa destrezza manuale possono anch'essi giocare un ruolo importante.
A questo si aggiunge che, invecchiando, l'organismo cambia e questo influenza il modo in cui reagisce alla somministrazione di farmaci. Fra i cambiamenti, il più importante è la diminuzione della funzionalità degli organi che trasformano ed eliminano i farmaci, ossia il fegato e i reni, col rischio che alcuni farmaci si accumulino nell'organismo, rendendo più probabili le reazioni di tossicità.
A volte poi l'anziano, o i suoi familiari, non comprendono il significato esatto della terapia e non sanno distinguere i farmaci essenziali da quelli meno importanti.
Non tutti i farmaci infatti hanno la stessa importanza, alcuni anzi sono decisamente inutili e per questo non sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale (sono in classe C, la classe di farmaci che il cittadino paga di tasca propria): lo Stato ha ritenuto infatti di non farsi carico della spesa per medicinali di scarso o nessun valore terapeutico, la cui efficacia non è sufficientemente dimostrata.
Un esempio classico sono i farmaci per l'invecchiamento cerebrale e i disturbi della memoria.
Il fatto che un farmaco sia disponibile in commercio purtroppo non assicura di per sé che sia efficace, vale a dire in grado di mantenere ciò che promette. Ciò dipende anche dal fatto che le leggi sulla registrazione dei farmaci (cioè l'autorizzazione alla vendita) in Italia sono state a lungo poco rigorose. Oggi la situazione è decisamente migliorata, ma sono ancora in circolazione molti prodotti introdotti in commercio passato, la cui efficacia non è mai stata dimostrata, per i quali il processo di rimozione è inevitabilmente lento e faticoso.




È importante che le persone anziane, ancor più degli altri, sappiano cosa attendersi dalle medicine e imparino a usarle correttamente. Così come è importante imparare ad ascoltare i messaggi del proprio corpo, a distinguere i malanni passeggeri da quelli più seri.
E, soprattutto, non si deve pretendere di risolvere tutti i disturbi con una medicina e non aspettarsi che il medico concluda sempre la visita con una prescrizione. È ormai assodato che spesso il medico prescrive farmaci solo per accontentare il paziente. Purtroppo ci sono disagi ai quali nessun farmaco può porre rimedio. Quanto più il medico tenta di rispondere con un farmaco a ogni problema, tanto più la terapia si complica senza apportare vantaggi ma aumentando il rischio di errori nell'assunzione e di interazioni farmacologiche.

Oltre ai suggerimenti generali indicati nel decalogo per un uso corretto del farmaco, alcuni altri consigli sono validi soprattutto per le persone anziane:

Accertarsi di aver capito bene le istruzioni e, se non si è sicuri di ricordare tutte le informazioni, preparare un elenco di domande da fare al medico e al farmacista.
Se si devono assumere più medicine nel corso della giornata, scriverne i nomi e l'orario di assunzione, ricorrendo eventualmente ad un prospetto settimanale dettagliato su cui ''spuntare'' ogni dose a mano a mano che viene assunta. In farmacia sono in vendita appositi contenitori a scomparti.
Seguire lo schema consigliato dal medico senza variazioni. In particolare, non sospendere né prolungare l'assunzione di farmaci solo in base a ''impressioni'' personali né ridurre il dosaggio pensando che sia troppo elevato.
Non gettare i foglietti illustrativi: contengono i dosaggi, le avvertenze, le controindicazioni e gli effetti indesiderati. Non scambiare i contagocce di preparati diversi.
Non scambiare né sostituire i cucchiai dosatori di certi sciroppi. La dose di farmaco non sarebbe più la stessa.
Avvertire il medico tempestivamente se si notano insoliti cambiamenti, anche lievi, dello stato di salute, o la comparsa di disturbi diversi da quelli attesi.
Non curarsi da soli, non seguire i suggerimenti di un amico, di un parente, della rubrica di un giornale o della pubblicità televisiva: assumere medicinali senza la prescrizione del medico o il consiglio del farmacista può comportare dei rischi.
Attenersi a corrette abitudini di vita è il modo migliore per preparasi a una vecchiaia serena, almeno sotto il profilo della salute: una sana alimentazione, l'esercizio fisico e attività di socializzazione che impegnano anche la mente contano più di molti farmaci.
Per evitare l'affollamento dell'armadietto e inutili sprechi, quando andate dal medico portate con voi una lista dei farmaci che avete in casa: potrà valutare la possibilità di utilizzarne uno.

Il decalogo per un uso corretto e sicuro dei farmaci



I farmaci sono un bene prezioso ma vanno usati con saggezza, in modo da sfruttarne gli effetti positivi e ridurre al minimo i rischi. 10 suggerimenti per l'uso sicuro dei farmaci elaborati dal Ministero della Salute.
 
Ecco le dieci regole per un uso sicuro dei farmaci.
 
1
Assumere i farmaci solo su indicazione del medico.
Usare i farmaci solo se prescritti dal medico e non perchè consigliati da un parente o da un amico oppure perchè se ne è sentito parlare alla televisione o letto informazioni su riviste o su internet. Quando si assumono farmaci acquistabili senza ricetta chiedere comunque consiglio al medico o al farmacista.
2
Chiedere di essere informati e consapevoli della cura che si sta facendo.
Non esitare a chiedere al medico e/o al farmacista tutte le informazioni sui farmaci che si devono prendere, inclusi gli effetti collaterali e le eventuali interazioni con altri medicinali, prodotti erboristici e fitoterapici, bevande e/o alimenti. Se non si ha capito bene chiedere di ripetere con parole più semplici.
3
Parlare apertamente con il medico.
Quando si va dal medico portare sempre la lista dei farmaci che si stanno prendendo (eventualmente con i foglietti illustrativi), anche quelli prescritti da altri medici. Riferire se si stanno usando prodotti omeopatici, erboristici, fitoterapici, integratori o altri preparati acquistati in negozi specializzati; informare il medico se si è in allattamento, in stato di gravidanza o se si ha in progetto di esserlo.
4
Informarfe il medico se si è allergici ai farmaci.
Anche durante il ricovero riferire sempre ai medici e agli infermieri se si è allergici ad alcuni farmaci o altri prodotti e/o materiali e se si hanno avuto manifestazioni di intolleranze ad alcuni alimenti.
5
Riferire al medico i disturbi apparsi durante la cura.
Se durante la cura compaiono disturbi di cui il medico non aveva avvertito, occorre avvisarlo subito: il medico dirà come comportarsi.
6
Rispettare le indicazioni fornite dal medico "Farmaco giusto, al paziente giusto, nella dose giusta, nel momento giusto".
Controllare sempre che il farmaco da assumere sia quello prescritto e che la quantità sia quella indicata dal medico. Se si sbaglia medicina o quantità, prima di prendere iniziative, consultare il medico. Se ci si dimentica di prendere un farmaco non prenderne due successivamente per colmare la dose saltata. Aumentare o diminuire la dose solo quando lo dice il medico.
7
Prestare attenzione se si devono assumere più farmaci.
Se sono stati prescritti più farmaci per diverse malattie riferire al medico o al farmacista la difficoltà a ricordare tutti i nomi e gli orari di assunzione ed eventualmente chiedere di scrivere sulle confezioni di ciascun farmaco a cosa serve e l'orario in cui va preso o di fare un promemoria delle medicine da assumere con tutte le indicazioni necessarie.
8
Non sostituire i farmaci nè modificare la cura prescritta di propria iniziativa.
Quando si è ricoverati riferire al medico e all'infermiere quali medicine si stanno prendendo e, per evitare interazioni, non prendere i farmaci che eventualmente si sono portati da casa: è il medico che decide se confermare, sostituire o integrare la cura domiciliare.
9
Conservare i farmaci in modo sicuro.
In casa conservare i farmaci in un luogo asciutto, al riparo dalla luce o, se indicato, in frigorifero e lontano dalla portata dei bambini. Separare i farmaci che hanno la confezione o il nome simili e che possono trarre in inganno, e separare quelli per i bambini da quelli per gli adulti. Non lasciare i blister (gli involucri) o i flaconi aperti a portata di tutti: è buona abitudine conservare i farmaci nelle proprie confezioni originarie con il foglietto illustrativo. Per i colliri, gli sciroppi e le soluzioni in flaconi multidose, è utile annotare sulla confezione la data della prima apertura e la data dell'ultima utilizzazione. Prima di prendere un farmaco controllare la scadenza e la corretta conservazione osservando eventuali cambiamenti di colore e/o odore. Non lasciare i farmaci in auto, specie nel periodo estivo o se è esposta al sole. Durante l'estate se si è in viaggio, anche per brevi spostamenti, trasportare i medicinal, che richiedono una determinata temperatura di conservazione, in busta termica e/o con ghiaccio sintetico; se si viaggia in aereo portare sempre i farmaci con sè.
10
Se si assiste qualcuno, non esitare a chiedere aiuto.
Se si assiste a casa una persona malata, prestare attenzione ai farmaci che deve assumere, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal medico: se si incontrano delle difficoltà o si hanno dei dubbi avvertire subito i familiari dell'assistito, se possibile, o il medico.
 
 

Splendori e Miserie del Cervello



I guardiani che custodiscono gelosamente il presunto confine tra cultura umanistica e cultura scientifica con ogni probabilità non apprezzeranno questo libro, convinti che le neuroscienze abbiano poco o niente a che spartire con l’arte.

Splendori e miserie del cervello è la dimostrazione che hanno torto. Semir Zeki, neurobiologo pioniere degli studi sulla percezione visuale, si trova a suo agio in entrambi questi campi del sapere: è difficile infatti trovare un libro in grado di spaziare con tale maestria e profondità dalla citoarchitettura della corteccia cerebrale alle opere di Richard Wagner, Thomas Mann o Sigmund Freud. L’analisi degli ambiti più propriamente creativi e vitali della natura umana, sostiene Zeki, può offrire inaspettate rivelazioni sui processi mentali che permettono di produrre conoscenza e di formare idee sul mondo.

Un cambio di prospettiva inedito che smonterà molti preconcetti scientifici.

ORDINA ORA


Con gli Occhi del Cervello



Partendo dalla grande scoperta della specializzazione funzionale del cervello visuale, per cui grazie all'attività di una determinata area è possibile vedere i colori, oppure i movimenti e così via, Semir Zeki è approdato allo studio dei prodotti del cervello.

L'autore è convinto che l'attenta osservazione di arte, letteratura, musica, persino della giurisprudenza, possa farci comprendere moltissimo sui meccanismi di questo organo ancora sconosciuto.
 

Nessun commento:

Posta un commento